Agrimonia comune

agrimonia comune

Agrimonia Comune Etimologia:

Agrimonia Comune. Alcuni Autori fanno risalire l’origine del nome del genere Agrimonia al greco “agros” = campo, e “monos” = solitario, ovvero i luoghi selvaggi e solitari, per l’habitat della specie; per altri invece dalla distorsione del termine “argemónia”, dal greco “árghemon”, albugine o leucoma dell’occhio, poiché si riteneva che la pianta curasse la cataratta degli occhi, per altri riferito ad una specie di papavero (probabilmente Papaver argemone). Il nome specifico è stato dedicato da Carlo Linneo al famoso medico erborista Mitridate VI° Eupatore, re del Ponto (132-63 a.C.), che si vuole sia stato il primo a scoprire le proprietà terapeutiche della pianta e a farle conoscere ai medici dell’antica Grecia che in seguito la usarono per curare le affezioni del fegato e della milza. È verosimile anche il legame con i termini greci “hépar”, “hépatos”, per gli impieghi medici della pianta usata in passato per curare le malattie croniche del fegato.

agrimonia comune

Descrizione Agrimonia comune:

l’agrimonia comune, detta anche eupatòria, è un’erba perenne dall’elegante portamento, alta mediamente da 30 a 70 cm (< 130), con fusto cilindrico, spesso rossastro, coperto da peli lunghi, brevi e ghiandolari misti, che nasce da un corto rizoma obliquo e ingrossato-nodoso. Ha foglie alterne, fornite alla base di due stipole incise, avvolgenti il fusto, lamine fogliari imparipennate, solitamente più corte degli internodi, le basali molto ravvicinate e fitte tanto da sembrare in rosetta. Le foglie hanno contorno oblanceolato (6-8 x 10-15 cm) e lamina irregolarmente pennata, con 4-5 paia di segmenti principali (fino a 2,5 x 5 cm) e segmenti brevi (5 – 15 mm) intercalati e con bordi seghettati. Pagina superiore verde e l’inferiore più chiara, grigio-vellutata, con ghiandole sub-sessili non odorose. L’infiorescenza è un racemo spiciforme allungato (10-30 cm); peduncoli fiorali alla fruttificazione ripiegati.
Calice con due brattee basali, campanulato, percorso esternamente da 10 solchi intercalati da coste salienti. Sepali triangolari, lunghi 1,5 mm, cinque petali obovati di un bel giallo luminoso (2 x 3.5 mm); stami 10-20, frutto (3 x 7 mm) all’ascella di una brattea divisa in 5 lacinie. Il frutto contiene due, o raramente un seme, nella metà superiore ha un anello di 36 aculei uncinati che favoriscono la disseminazione zoofila (trasporto dei frutti e/o dei semi per mezzo degli animali).

agrimonia comune

Habitat:

l’agrimonia comune cresce nei luoghi erbosi, nei boschi asciutti, nei prati aridi, nei pascoli, e negl’incolti, fra le macerie, lungo il margine delle vie e delle rive dei fossi, dal piano fin verso i 1000 (<1500 m).

Distribuzione:

specie subcosmopolita. Relativamente frequente nel Parco dell’Oglio Nord.
Fioritura: può iniziare in aprile e durare fino a ottobre ma è concentrata in giugno-luglio.
Raccolta : le sommità raccolte durante la fioritura ed essiccate all’ombra in locali ventilati.

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Costituenti:

le foglie e le sommità fiorite contengono acido ursòlico (o ursòne) con attività
simile al cortisone, che si trova anche nel mirtillo, nell’uva ursina, oltre che nel rivestimento
ceroso che ricopre l’uva, le prugne ed altri frutti, ed altri triterpeni (1,5% nelle foglie), il
glucoside eupatorìna, tannini catechici (fino al 5%), fitosteroli, alfa-amirina, flavonoidi
(quercetina, kaempferolo), gomme, acido silicico (fino al 12%), acidi citrico, malico,
nicotinico, ascorbico, vitamine K e B1.

Proprietà Agrimonia Comune:

sono state confermate per questa pianta (Agrimoniae herba) proprietà coleretiche e colagoghe, antinfiammatorie nelle forme reumatiche e muscolari, antipruriginose, decongestionanti, antiallergiche, ipoglicemizzanti, antidiarroiche, antisettiche e cicatrizzanti.

Impieghi:

nelle gastroenteriti, infiammazioni intestinali, prostatiti ed ipertrofia prostatica benigna, colecistopatie, utili nelle insufficienze epatiche, anticoagulanti, disinfiammanti del cavo orale (faringiti, tonsilliti, gengive infiammate e sanguinanti, stomatiti), riniti allergiche e dermatiti pruriginose, congiuntiviti. Per uso esterno è cura efficace delle piaghe e delle ulcere varicose.

Note varie e curiosità:

alcuni secoli orsono questa pianta era nota fra i soldati come medicamento per le ferite e si impiegava per preparare una celebre “acqua”: l’eau d’arcquebusade. Per produrre (per ordine del re Francesco I nel XVI secolo) questa antica “acqua” si utilizzavano 75 cinque specie di piante aromatiche e medicinali, rapidamente ebbe fama come rimedio per diverse malattie e infezioni della pelle; è tuttora prodotta in
Francia. I frutti dell’agrimonia comune sono stati trovati in quantità notevoli nei depositi delle stazioni neolitiche ma non si sa a cosa servissero. L’agrimonia è una specie raccolta nelle sue naturali stazioni di crescita ma è anche coltivata ed esportata in alcuni paesi europei, soprattutto Bulgaria, Ungheria e stati dell’ex Jugoslavia.

Preparazioni

Infuso per curare coliti, infiammazioni intestinali, coadiuvante nell’ipertrofia della prostata
Far bollire una tazza d’acqua, togliere dal fuoco, unire un cucchiaino di foglie e sommità
fiorite di agrimonia secca e lasciare in infusione un quarto d’ora. Consumare due volte al
giorno lontano dai pasti.
Decotto da impiegare per gargarismi in casi di afte Porre 90 grammi di sommità fiorite secche in un litro d’acqua fredda, portare a bollore per tre minuti e lasciar raffreddare, filtrare e colare spremendo il residuo; conservare in frigorifero in bottiglia di vetro tappata. Si effettuano gargarismi ogni tre ore.
Lo stesso decotto serve anche come ordinario collutorio.

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